I campionati di Serie C Silver maschile e Serie B femminile sono finalmente alle porte e quindi a una manciata di settimane dall’agognato via della stagione abbiamo deciso di fare una piccola intervista a Stevan Stojkov e Carla Talarico, i capitani delle nostre prime squadre ai quali abbiamo chiesto come hanno trascorso questi ultimi mesi e le aspettative per l’immediato futuro.
STEVAN STOJKOV
Come hai trascorso questi mesi e come sei riuscito a tenere la spina del basket attaccata?
Nei mesi estivi sono andato spesso ad allenarmi al campetto, quando invece ha iniziato a fare troppo freddo mi sono chiuso in casa e ho lavorato sul fisico con un’app per il fitness che sto sviluppando e testando su di me. Una piccola intelligenza artificiale che ti fa da personal trainer. La BSL poi ha organizzato qualche allenamento all’aperto per non farci perdere il contatto con la palla ed è stato molto utile
Come sta andando la ripartenza? È stato più difficile ripartire dal punto di vista fisico o mentale?
Il ritorno non è stato traumatizzante come pensavo. Forse perché superati i trent’anni il basket lo conosci e quindi fermarsi non ti condiziona troppo.
Cosa ti aspetti da questo campionato un pochino particolare?
MI aspetto un bel campionato con tante squadre rinforzate grazie a giocatori di serie superiori che giocavano in squadre che hanno deciso di non ripartire. Questo ci permetterà di misurarci a un livello più alto e di divertirci di più anche se magari vinceremo meno partite. Non è detto, però, perché la squadra di quest’anno vuole lottare su ogni pallone e potremmo fare molto bene.
Un pensiero per i più piccoli che non hanno ancora potuto riprendere e per i più giovani che hanno ripreso
Potrei dirti che per i giovani questa potrebbe essere un’annata sprecata, invece penso che sia un aiuto enorme per i ragazzi per capire quale strada percorrere tra basket e studio. Chi di loro si è svegliato ogni giorno facendo esercizi per migliorare il fisico, chi ha preso in mano una palla ogni volta che poteva e ha fatto impazzire i vicini di sotto con esercizi di palleggio, chi non ha perso la fame di arrivare tra i professionisti, scelga il basket, gli altri invece farebbero meglio a focalizzarsi sullo studio. Dispiace non aver visto tanti giovani tornati in campo mostrando un’importante evoluzione almeno fisica.
CARLA TALARICO
Come hai trascorso questi mesi e come sei riuscita a tenere la spina del basket attaccata?
Ho trascorso questi mesi lavorando tanto ma anche allenandomi in casa perché la speranza era ovviamente quella di riprendere il prima possibile. Siamo arrivate a quasi un anno dallo stop ma ho fatto di tutto per cercare di farmi trovare pronta per questo momento. Per tenere attaccata la spina dal punto di vista mentale è stato molto utile anche guardare tante partite come quelle di Eurolega o di Serie A.
Come sta andando la ripartenza? È stato più difficile ripartire dal punto di vista fisico o mentale?
La ripartenza è andata benissimo anche perché avevo tantissima voglia di rivedere le mie compagne. L’unico intoppo è stato un leggero problema al tendine d’Achille che mi ha tenuto un po’ ai box ma che si dovrebbe presto risolvere definitivamente anche perché voglio farmi trovare pronta per la prima di campionato.
Cosa ti aspetti da questo campionato un pochino particolare?
Da noi mi aspetto grandi cose, il gruppo è molto unito anche perché siamo in un momento particolare in cui la socialità è purtroppo limitata. Quando c’è un’unità simile si riesce sempre a fare qualcosa in più rispetto a quanto sarebbe possibile in condizioni cosiddette normali.
Un pensiero per i più piccoli che non hanno ancora potuto riprendere e per i più giovani che hanno ripreso
Non devono mollare soprattutto loro che forse più di altri hanno sofferto questa pandemia. Sono passati dall’andare a scuola e in palestra al non poter fare quasi più nulla. L’augurio è che anche loro al più presto possano riprendere a pieno regime ma l’importante sarà non mollare adesso perché al ritorno saranno più carichi di prima e potranno divertirsi di più e godersi appieno questa esperienza.
Intervista di Matteo Airoldi - Addetto Stampa BSL