HALL OF FAME


ANDREA “Bomber” MARTINELLI, 1967, guardia

1990-1996

Molti dei più giovani lo avranno conosciuto come il focoso speaker della prima squadra di qualche stagione fa (unico al mondo in questo ruolo a essere stato espulso e squalificato per 2 giornate). In realtà Andrea è stato una stella della prima era Cinghioss, quando fu il cannoniere principe in sei stagioni tra 1° divisione e promozione. Tiratore incredibile da ogni distanza (ancora oggi, tra l’altro), infallibile ai liberi, in grado di segnare in ogni modo, sempre oltre i trenta, spesso a 40, fisico non  atletico, ma massiccio. Passaggi? quelli si fanno in ruota, dai (chiuse la carriera con 1 assist, destinatario uno stupito Umberto Ghiacci). Rimbalzi? Per prenderli bisognerebbe rientrare in difesa. Difesa? E gli altri 4 allora cosa stanno a fare? Ritiratosi in seguito a un infortunio, ha vestito anche  i panni di assistente della prima squadra per un paio d’anni.

Vero uomo Cinghioss, ancora oggi segue, con modi non proprio salottieri, le partite della BSL dalla tribuna. Per un personaggio di tale spessore gli aneddoti ovviamente si sprecano.

Primo allenamento con un giovanissimo coach Rocca “Andreaaa, ma chi c£$%o ti ha insegnato a difendere???” risposta “cosa intendi precisamente per difendere?”. E ancora, in una gara di play-off, avviato al solito personale quarantello,  il presidente avversario tentò di ingaggiarlo nell’intervallo. In un’altra finale giocata al Paladozza, già oltre i 30 punti a metà partita, voleva sempre la palla perché sosteneva di essere in preda a un episodio mistico. Ovviamente sempre protagonista assoluto in pizzeria, dove vuole sempre l’ultima parola su Virtus, Fortitudo, Bologna, politica o qualunque altra cosa. Inarrestabile. Come in campo.

 

 

 

 
SIMONE “la Biscia” CARLETTI, 1968, ala

1989-2002

Fondatore insieme a Rocca dei primi Cinghioss, 13 stagioni consecutive da giocatore, ovviamente capitano della squadra, dai primordi fino agli anni ruggenti  della serie D. Campionati vinti a iosa. La carriera chiusa ai Flying Balls, un paio di stagioni con ruoli dirigenziali nella BSL che muoveva i primi passi. Ala guizzante dal fisico asciutto da mezzofondista (e infatti ha corso un paio di maratone di NY, mica cotiche), gambe alla dinamite che in gioventù gli permettevano balzi e corse a volontà, grande difesa, razzenti coast to coast. Con l’età ha via via sostituito l’atletismo con gesti tecnici sempre più raffinati (rinomato il suo gancione in corsa) e la “cazzimma” che già non mancava prima. Memorabile quando morse (sì, avete letto bene, morse) un avversario durante un play off con Sorbolo. Grande e vincente in campo, immenso guascone nello spogliatoio dove negli anni si è reso protagonista di gag degne di Zelig Off. E temutissime da tutti i coach  biancoverdi le sue imitazioni.  Vecchio cuore cinghiale.

 

 

 

 


YOANNIS “il Dottore” SFYRIS, 1975, centro

1997-2002

Monumentale ragazzone greco con il fisico scolpito nel marmo, arrivato a Bologna per studiare da medico, strappa un ingaggio vantando giovanili in maglia Panathinaikos. In effetti tecnicamente dotato: semigancio, 1c1 con virate (al plurale, mai meno di tre), anche un decente tiretto dalla media, in difesa il bastone oppure la clava. Difetti? Diciamo che non ricordava gli schemi esattamente come i testi di Medicina su cui passava le sue giornate (esilaranti i suoi battibecchi coi coach in un idioma misto italogreco), però basta e avanza per diventare in cinque stagioni con una promozione in serie D, una colonna dei Cinghioss emergenti e uno dei migliori lunghi di quegli anni. Rimasto legato alle sorti della squadra, partecipò in collegamento telefonico alla festa per la promozione in C2.

Imparata l'anatomia umana prima del “flex offense”, salpa per la madre patria dove tutt'ora esercita la professione e gioca nelle minori elleniche.

Primo e unico straniero nella storia dei Cinghioss, dal giorno della sua partenza se ne cercò disperatamente l'erede, e ogni anno si accoglieva per un provino uno studente straniero, unico requisito necessario il passaporto straniero: così alle Rodriguez hanno evoluito in ordine sparso il ballerino cubano Josè, l'emaciato rumeno detto Nosferatu, il surfista americano Johnny... ma come Yoannis nessuno mai!

 

 

 


FEDERICO “Chicco” BONAZZI, 1981, playmaker 

 1999-2006

Giunto a metà stagione nel 1999 in serie D dalle giovanili Malaguti, mosse i primi passi da cinghiale under studiando gli esperti Clyde Melchioni e Luca Forni, per poi prenderne il posto dall'anno successivo e diventare a sua volta chioccia di un giovanissimo Ricky Zanni. Lascia la squadra in C2 nel 2006 dopo quasi 7 stagioni vissute letteralmente a tutta velocità. Micro play compatto (1,60 al garrese, e fisico tozzo, da vero cinghiale) dotato di grandissimo ball handling, slalom a tutto campo e assist come marchio di fabbrica. Con gli anni imparò anche l'arte del lancio lungo (massima espressione nella stagione della promozione in C2 imbeccando a raffica l'amicone Castori), unica eterna pecca il tiro da fuori. Ci provò un imberbe Franz Nieddu a portarlo alle Rodari per allenamenti supplementari, ma con risultati risibili, tant'è che dopo mezz'ora si finiva all'Amadeus, noto pub di via Murri. E lì per altro Chicco non mancava un colpo. Tombeur de femme che non ti aspetti, passione per le macchinone che conduceva con piede pesante a dir poco: indimenticabile quando per una big match alle 11 di domenica mattina si sveglia alle 10,45 e in 11' e 47'' si materializza in campo, non proprio con la faccia delle grandi occasioni però. Come è finita? Vittoria, con due triple del nostro nel finale.

 

 

 

 

SAMUELE  "il Capitano" BINASSI, 1978, ala

1998-

Unico, per il momento, ancora in attività a fare parte dell’Hall of Fame.

E' al diciottesimo anno di militanza in maglia Cinghioss.

Ex stella delle giovanili del Gira, giunse giovanissimo nel primo anno di serie D, reduce da un grave infortunio, divenne subito un protagonista della squadra che cominciava la scalata verso i massimi campionati regionali, fino a diventarne capitano dopo il mitico Carletti

Arsenale offensivo ristretto, costruito su un talento per la verità non eccelso, ma chi se ne frega perchè  il suo pane sono tuffi, blocchi, la enciclopedica conoscenza del gioco. Prodotto tipico: il rimbalzo d'attacco convertito in canestro, spesso subendo fallo. E' primo di tutti i tempi in maglia Cinghioss per rimbalzi, palle recuperate, falli tecnici, punti di sutura e bestemmie. Già, perchè da Carletti non eredita solo i gradi di capitano, ma -ahinoi- anche la parlantina: vero terrore degli assistenti che devono fischiare le partitelle o anche solo guidare il pulmino. Un paio di under una volta disturbarono la rituale penichella pre partita e di loro non si è saputo più nulla. Non proprio applauditissimo in trasferta (per referenze chiedere a Forlimpopoli...) dove paga il voler vincere sempre con atteggiamenti a volte un po' così. In realtà una  pasta di ragazzo, che di giorno gestisce in maniera ineffabile la sua tabaccheria alle porte di San Lazzaro. Dopo un accenno di ritiro, la società ritirò la maglia #6 in suo onore, ma dopo un paio d'anni rieccolo di nuovo, con il #6 ribaltato a #9, a chiocciare gli under malcapitati. 

IronSam: straordinario e insopportabile.

 

 

 

 

FILIPPO  "Sacca" Saccaro, 1978, ala  

2005-2015

Se è vero che nello sport non ci sono più bandiere, che dire allora di chi è riuscito a diventarlo in due squadre diverse? 

Sì, perchè, se l'agognata promozione in C Dilettanti in maglia BSL della stagione 2010/2011 spalanca di diritto le porte della Hall of Fame dei Cinghioss a Sacca, i più giovani non sapranno che Filippo - già, Filippo... o pensavate davvero che si chiamasse solo “Sacca”, come i calciatori brasiliani?- ha indossato per quasi due decenni i colori bianco-blu del San Mamolo diventando una vera leggenda vivente prima a livello giovanile e proseguendo poi il discorso nei campionati senior quando trascina una banda di ragazzini, lui stesso appena 18enne, dalla Promozione alla C2 in pochi anni. 

Approda a San Lazzaro nell'estate 2005 in cerca di nuovi stimoli e in poche stagioni si issa con merito accanto ai più grandi giocatori della storia della nostra società grazie alle capacità tecniche, ad attributi di granito e a un cuore immenso. Futuro dietro una scrivania BSL assicurato, ma ancora tanto da dire in campo.

Dopo due stagioni in "trasferta" alla Vis Trebbo in C Reg. affronta con intensità la stagione 2013-14 con la nostra squadra di serie D marcata Baou Tribe, con 488 punti realizzati. L'anno dopo, in borghese, si affianca nuovamente ai Cinghoss, ma da dirigente. 

Poi l'irresistibile chiamata di Coach Rocca gli fa reindossare la #7, abbandonata temporaneamente (e imprudentemente) da Jack Sabattani. Una stagione ancora, poi quello che non è mai riuscito a nessuno, riesce al secondo figlio e appende le scarpette al chiodo.

Ormai mitico il suo “prullo”, giro e tiro con parabola altissima, con cui ha buggerato i suoi marcatori per lustri: inventato per necessità in età giovanile per superare pivot avversari cui arrivava all'ascella, ha raggiunto con gli anni livelli di eccellenza. Altro marchio di fabbrica la tripla ignorante con urlo alla Tardelli, sempre più un classico nelle gare importanti del Saccaro dell'era bianco-verde. 

In campo Sacca era un duro, molto esigente con sé e con gli altri, perfino un po' rompiballe e se perdeva anche solo una garetta di tiro erano guai, ma come Clark Kent una volta smessa la tuta da Superman, tornava a essere Filippo, l'affabile appassionato di musica anni 70 e 80, il giocatore di Fantacalcio professionista oppure il meticoloso Web Analyst del nostro sito o ancora l'avido collezionista di partite NBA con commento in cinese. Scegliete voi quello che preferite... comunque si vinceva!