Le strade di BSL e Pietro Manzini si separano


Le esigenze della vita, come sappiamo, spesso portano le persone – ovviamente anche nel mondo dello sport – ad intraprendere strade diverse, ma non possono cancellare quanto di buono fatto durante il cammino intrapreso assieme. E tanto di buono è stato fatto in queste ultime otto stagioni trascorse da Pietro Manzini nella grande Famiglia della BSL San Lazzaro, con la prima squadra maschile arrivata fino  alle soglie della Serie B e il settore giovanile cresciuto in maniera importante consolidandosi nel panorama regionale e non solo. Adesso però per Pietro è arrivato il momento di intraprendere una nuova strada che lo avvicina di più a casa: “In questi otto anni Pietro Manzini – racconta il presidente di BSL, Stefano Fabbri – è stato una colonna portante della BSL, ha svolto un lavoro eccellente per la famiglia biancoverde e per questo, augurandogli il meglio per il prosieguo della carriera, gli saremo sempre grati”.

Prima di salutarci però abbiamo voluto fare una piccola chiacchierata con Pietro e ripercorrere questi ultimi anni:

 

 UN BILANCIO DI QUESTI OTTO ANNI: il bilancio di questi otto anni non può che essere positivo. Sono arrivato in una realtà organizzata, dove già si insegnava pallacanestro a livelli alti, abbiamo affrontato periodi difficili, riorganizzazioni importanti a livello di persone, ma il DNA è sempre rimasto immutato, e insieme a questo è cresciuta l'organizzazione e il livello di attenzione nel fare le cose.

 

COSA TI HA INSEGNATO QUESTA ESPERIENZA? Mi ha insegnato che con passione e spirito di sacrificio si possono davvero colmare tanti gap che ti porti dietro dalle precedenti esperienze. E che se hai voglia di crescere e hai la fortuna di avere qualcuno competente al tuo fianco, non si smette mai di imparare

 

COSA PIU' BELLA E COSA PIU' BRUTTA? Il ricordo più bello è legato alla stagione 2012/2013 e alla finale contro Porto Sant'Elpidio per salire in Serie B. Vedere il PalaSavena pieno è stata una delle più belle soddisfazioni della mia vita cestistica. Il momento più brutto è stato sicuramente l'abbraccio finale con Roberto Rocca, dopo esserci resi conto che non avremmo più lavorato assieme.

 

QUALCOSA CHE RIFARESTI E QUALCOSA CHE NON RIFARESTI: Rifarei tutto, dietro ogni decisione c'è sempre stata la condivisione con gli altri. 

 

In bocca al lupo, Pietro. Chissà che anche questa volta il ritornello di una celebre canzone di Venditti non si dimostri verità: “Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”.

Matteo Airoldi - Responsabile Area Comunicazione BSL San Lazzaro